DALLA TOTALE ANORMALITÀ DEL 24 FEBBRAIO ALLA NORMALE ANORMALITÀ DEL 14 MARZO
La prassi della didattica a distanza ci ha colti di sorpresa perché noi insegnanti crediamo che la mission della scuola sia quella del contatto diretto, del sorriso, della pacca sulla spalla, di una mano reale e metaforica, di un abbraccio, dello scambio di sguardi ….. da lontano e online è tutta un’altra cosa, ma l’emergenza ha reso normale quello che per noi era anormale.
Nelle prime due settimane di emergenza, convinti che le video lezioni fossero meno efficaci e che i ragazzi non ne potessero fruire al meglio, avendo a casa troppi strumenti di distrazione, abbiamo ovviato con altre modalità. Il compito sul registro elettronico, lo scambio di mail con i docenti, le correzioni dei compiti da parte loro, ci sembrava una modalità per mettere i ragazzi alla prova ‘da soli’ e qualche genitore ci ha detto che erano sottoposti ad una bella prova di autonomia, soprattutto i quelli del terzo anno, anche in vista della Scuola Superiore. Alcune famiglie ci hanno inviato foto nelle quali si vedono gruppi di studenti al lavoro insieme, riuniti in case dove era presente un adulto. Ecco il commento della madre che ha inviato la foto: “Gruppo di studio … lavoro intenso e ragazze motivate”. Gli alunni hanno prodotto lavori di ricerca anche precedentemente assegnati. Hanno caricato i materiali nelle dropbox di classe, strumento ormai da tempo utilizzato dalla scuola e ben noto ai ragazzi. Lo scambio di mail coi docenti, anche solo per un saluto o per raccontare qualcosa (suggerimento del dott. Versari) ai docenti, è stato un modo per rimanere in contatto. Il lavoro dei docenti, condiviso in collegio, è quindi continuato, anzi, in certi casi aumentato e non ha visto sabato e domenica perché i ragazzi ci avevano preso gusto!!! A sostegno di queste scelte, visto che alcuni genitori ‘spingevano’ per la didattica online, abbiamo scritto anche una lettera ai genitori e molti hanno convenuto con la nostra scelta.
Poi … la misura si è ristretta. Il decreto del 10 marzo, quello che ha segnato il rientro a scuola per il 3 aprile, ci ha costretto a modificare la nostra modalità.
Era necessario ricorrere alle video lezioni, ad un orario organizzato: i ragazzi avevano bisogno di ‘normalità’, non più compiti fatti a spot, soprattutto per chi stava approfittando di questa ‘vacanza’.
In due giorni (10-11 marzo) la scuola ha attivato Google Suite perché poi i docenti potessero, attraverso la piattaforma MEET, organizzare le video lezioni secondo un orario prestabilito. Il 12 marzo pomeriggio Collegio Docenti in MEET, mail ai genitori con le istruzioni per l’uso, link alle classi prove in rete con le classi da parte dei coordinatori e … il 13 e 14 già mattinata di lezioni. Tutto ha funzionato. Primi riscontri positivi, qualche fatica da parte dei più ‘anziani’ e dal 16 marzo al 3 aprile orario definitivo.
È stato bello risentire i ragazzi: emozionati, impauriti dall’essere chiamati in causa … “Mattia, attiva il microfono e rispondi …”. “Prof. non ho capito, può ripetere?”. “Ragazzi, mi vedete, vedete il ppt?”. Vedere nella chat … “Io, prof. lo so” … oppure vedere apparire la risposta in chat … da chi, a scuola, non avrebbe mai alzato la mano. Non è la stessa cosa … ma almeno il programma può procedere.
Così anche noi RESTIAMO A CASA e il setting di lavoro di gruppo è diventato on line con tutta la classe con commento della mamma: “Cucina off limits”.